L’economia della Cina é in graduale ripresa stando agli indicatori Markit PMI.
Le ultime letture dell’indice Markit PMI indicano che sia la manifattura che i servizi si trovano in una fase di ripresa graduale, con un’inflazione molto bassa – la più bassa tra le grandi economie, si può tranquillamente parlare di deflazione anche se l’ultima pubblicazione con il CPI a +0,3% a/a é tornata positiva – che continuerà a spingere le autorità monetarie verso una politica espansiva.
Andando però oltre l’immediato ed allargando l’orizzonte di indagine, le cose cambiano.
L’economia della Cina, infatti, continua a patire da anni una crisi immobiliare molto vasta e un’ostilità crescente del blocco occidentale, che in tutti i modi pare intenzionato a bloccarne le attività economiche per soffocarne la crescita strabordante del passato.
I consumi interni, inoltre, continuano a lunguire e non aiutano il Paese nella crescita.
Le borse cinesi sono inoltre in crisi da anni (per non dire decenni) e non hanno mai avuto quello sviluppo che in molti si aspettavano: basti dire che indici come HS CHINA INDEX (HANG SENG) ed HONG KONG sono su livelli minimi da 20 anni, in molti casi non lontani dai valori degli anni 90. Di fatto la crescita in questo periodo lunghissimo é stata pari a zero o giù di lì.
IN SINTESI: continuiamo a ritenere il Paese asiatico poco interessante a livello di portafoglio, si possono al limite detenere delle limitate posizioni a corredo del portafoglio azionario tramite ETF. Non bisogna dimenticare che la Cina é di fatto una dittatura: riteniamo che questo sia indubbiamente il problema principale.
Le Borse non sono mai state particolarmente gentili con economie che non siamo pienamente di mercato.
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