RIPROPONIAMO UNA VERSIONE ABBREVIATA DELL’ARTICOLO SUGLI INDICI DI PORTOGALLO E GRECIA, PURTROPPO CANCELLATA PER PROBLEMATICHE TECNICHE: CI SCUSIAMO PER L’INCONVENIENTE.
C’erano una volta i cosiddetti PIGS: Portogallo, Italia, Grecia e Spagna. Questo acronimo era stato coniato in concomitanza con la crisi del debito al fine di evidenziare Paesi europei caratterizzati da un elevato livello di indebitamento e problemi strutturali.
Nel corso degli ultimi anni i PIGS non sono più tali: nel caso di Portogallo e Grecia, infatti, é evidente come l’andamento in Borsa sia stato in linea se non addirittura migliore di quello di indici guida come DAX e CAC40. Il merito può essere attribuito anche alle manovre fiscali ed economiche del tipo “lacrime e sangue” che hanno riportato un minimo di ordine nei conti pubblici dopo dolorose ristrutturazioni del debito (Grecia) e non solo.
Anche nel caso di Italia e Spagna (gli altri 2 PIGS), in effetti, le performance ultimamente sono migliorate in maniera consistente rispetto ai periodi problematici della crisi del debito (2011).
Deteniamo, anche se non in percentuale elevata, alcune posizioni sulla Grecia in portafoglio.
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